Il giorno dopo il 25 aprile

Niente di imprevisto. La discriminazione era all’ordine del giorno e l’ordine del giorno è stato rigorosamente rispettato in tutta la penisola. Ancora una volta non si è notato il minimo cenno della volontà tesa a superare divisioni e discriminazioni. Nel segno di una netta separazione: da una parte i cattivi e dall’altra i buoni. Manco a dirlo, i buoni sono i vincenti (così almeno si vuole credere). 

Qualcosa di nuovo c’è stata, però. L’intolleranza si è spinta sino al punto di opporsi alla presenza nei cortei e nelle manifestazioni di piazza dei veterani della “Brigata ebraica”. Intanto, anno dopo anno, una canzone partigiana si va sostituendo all’inno nazionale, “Fratelli d’Italia”. 

Tuttavia anche questa era una triste, ma facile previsione.

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